World Press Photo Exhibition 2024

di Antonietta Magda Laini

Palazzo delle Esposizioni Roma
dal 9 maggio al 9 giugno 202

World Press Photo, prestigioso contest di fotogiornalismo e fotografia documentaria che dal 1955 premia ogni anno i migliori fotografi professionisti, presenta al Palazzo delle Esposizioni i quattro vincitori globali dell’edizione 2024 scelti fra fotografie e progetti inviati da 130 Paesi. 

Documentate le principali problematiche attuali: conflitti, conseguenze prodotte da scelte politiche criminali, migrazioni, crisi climatica e scomparsa specie.

Quattro categorie dunque: Foto singole, Storie, Progetti a lungo termine e Open Format per ognuna delle sei zone del mondo: Africa, Asia, Europa, Nord e Centro America, America del Sud, Sud Est Asiatico e Oceania.

In copertina Il World Press Photo Open Format Award è andato a Julia Kochetova con “La guerra è intima” opera che intreccia immagini fotografiche con poesia, clip audio e musica. Vivere la guerra come realtà quotidiana.

World Press Photo of the Year del palestinese Mohammed Salem con la foto “Una donna palestinese stringe il corpo di sua nipote” scattata nell’obitorio dell’Ospedale Nasser.

La grave crisi ambientale globale. La siccità in Amazzonia ha avuto un impatto devastante sulle comunità indigene rurali e fluviali. Un pescatore attraversa il letto asciutto di un ramo del Rio delle Amazzoni, vicino alla comunità indigena di Porto Praia.

Ad aggiudicarsi il premio World Press Photo Story of the Year è stato il fotografo Mads Nissen con la sua storia “The Price of Peace in Afghanistan”. Il lavoro porta alla luce le difficoltà quotidiane del popolo afghano sotto il regime dei talebani.

Donne e bambine chiedono l’elemosina fuori da una panetteria nel centro di Kabul

Ragazzo mostra la cicatrice dell’operazione che ha subito per vendere un rene. La fame e la mancanza di lavoro hanno portato a un drammatico aumento del commercio illegale di organi.

Le Nazioni Unite stimano che il 97% degli afgani viva al di sotto della soglia di povertà: il numero degli sfollati – senza casa a causa del conflitto o che sono stati deportati dai paesi limitrofi – ha superato i sei milioni. Fotografo Ebrahim Noroozi (iraniano): in un campo per sfollati, alla periferia della capitale afgana, dei bambini fissano una mela che la madre ha portato a casa  dopo aver chiesto l’elemosina. 

Progetto a lungo termine – Le comunità Mapuche – Il ritorno delle voci millenarie. Popolazioni indigene dell’Argentina e del Cile che lottano contro il degrado del loro territorio, i governi che lo permettono e le industrie estrattive. 

Menzione speciale della giuria al fotografo Leon Neal per “Le conseguenze dell’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas al festival musicale Supernova”

World Press Photo Storia dell’anno, assegnato alla fotografa Lee-Ann Olwage (sudafricana) per il progetto ambientato in Madagascar che documenta la vita di un uomo di 91 anni, affetto da  demenza da 11 anni, denunciando l’assenza di sensibilizzazione nei confronti di questa patologia.